La Cetra d'Orfeo: rivive la musica all'epoca di Monteverdi

Marina Bonetti all'arpa doppia e Diego Cantalupi al chitarrone, entrambi con strumenti originali, rievocano la musica del '600 interpretando alcune composizioni di Claudio Monteverdi e dei suoi contemporanei.

Il Seicento musicale rappresenta un periodo di particolare fermento: la nascita dell'opera in musica, la pratica del basso continuo e il canto a voce sola con accompagnamento strumentale. Anche i luoghi della musica cambiano: non sono più le piccole camere per la musica reservata, ma le grandi sale e i teatri, che necessitano di voci possenti e strumenti in grado di sorreggerle. L'arpa e il chitarrone rappresentano due esempi eclatanti di come gli antichi strumenti, modelli ancora pressoché rinascimentali, vengano 'rimodernati', se non addirittura progettati ex novo, per adattarne la potenza e i registri sonori a questi grandi spazi. Ciò non deve stupire, dal momento che il canto accompagnato, e di conseguenza l'opera, nascono come ricostruzione dell'antica monodia greca, in cui un cantore solista si accompagnava sulle corde della cetra: ecco allora che il ruolo degli strumenti a pizzico diventa primario, grazie al loro registro grave, esteso e molto sonoro, e alla possibilità di suonare il piano e il forte.

Il repertorio di questo disco è attinto da varie fonti; ci sono brani originali come la sonata "La Tità", per arpa o tiorba, oppure i brani di Castaldi per tiorba e tiorbino; ci sono i bassi ostinati (Passacaglia, Ciaccona, Canario) o le melodie popolari (Antidotum tarantulae, La bella pedrina, Suave melodia). Poi ci sono le arie d'opera (Pur ti miro, da "L'incoronazione di Poppea" di Claudio Monteverdi) e, infine, c'è la musica solistica per chitarrone e basso continuo (Kapsberger) o la musica per arpa sola (Monteverdi e Lambardo). Particolarmente rappresentativa è l'apertura del disco con la Toccata tratta da "L'Orfeo" di Claudio Monteverdi: Orfeo, sceso negli Inferi per riportare Euridice nel regno dei vivi, incanta Caronte con il suono della sua cetra, mentre l'arpa, definita nella partitura per la prima volta doppia, ne imita il suono irrimediabilmente perduto.
(da una presentazione di Diego Cantalupi)

Marina Bonetti si è diplomata presso il Conservatorio 'Luca Marenzio' di Brescia, dedicandosi successivamente allo studio della musica antica presso la Civica Scuola di Musica di Milano e i Corsi Internazionali di Urbino, con particolare interesse all'esecuzione del basso continuo e alle tecniche esecutive sulle arpe antiche. Dal 1996 partecipa ad importanti Festival in Europa e nel resto del mondo. Ha lavorato con importanti interpreti nel campo della musica antica, tra cui Marc Minkovski, Jordi Savall, Diego Fasolis, Christophe Rousset, Claudio Scimone ed Estevan Velardi. Attualmente è anche docente del corso di arpe storiche presso il Conservatorio "Pedrollo" di Vicenza.

Diego Cantalupi ha frequentato i corsi di liuto presso la Civica Scuola di Musica di Milano e il Conservatorio di Parma, diplomandosi a pieni voti. Nel 1996 si è laureato con lode in Musicologia presso la Scuola di Paleografia e Filologia Musicale di Cremona. Collabora con numerosi ensemble e musicisti, partecipando a importanti Festival e Rassegne, tra cui "Musica e Poesia a San Maurizio" a Milano, il Festival di Musica Antica di Cremona e il Festival di Salisburgo. E' fondatore e direttore dell'Ensemble L'Aura Soave.